Le conseguenze derivanti dagli atteggiamenti di avvocati e magistrati
Gli uffici giudiziari sono finanziati con le tasse dei contribuenti e con una sorta di ticket, detto contributo unificato, pagato dagli interessati all’inizio di un procedimento. Gli ordini dei legulei hanno, nel frattempo, occupato le strutture di tribunali e corti insediandovi i loro uffici di rappresentanza a spese dei contribuenti italiani.
I danni provocati dall’incompetenza tecnico-giuridica di causidici e magistrati sono incalcolabili. La scelta illegittima di impedire alle parti di avere accesso diretto agli uffici giudiziari ha portato coloro che pagano tasse e spese di giustizia ad essere esclusi dai procedimenti, a perdere cause per motivi di rappresentanza piuttosto che sul merito e a subire, persino, pignoramenti o sfratti sull’abitazione famigliare, con conseguente esecuzione; ciò allo scopo di lasciare gli uffici giudiziari appannaggio di coloro che risulterebbero i maggiori evasori fiscali, ossia degli avvocati.
Figuri, questi ultimi e i magistrati, che, in barba ai metodi adottati da note strutture malavitose, sono arrivati al punto di posizionare, nel contempo, esponenti di famiglie, come quella del mandamento della Valle Brembana, nella magistratura sia inquirente che decidente e nella politica di una stessa città. Queste scelte hanno, altresì, offerto parecchie scusanti a beneficio di coloro che, contestualmente, sono saliti al potere negli ultimi venti anni della storia italiana; il risultato è stato quello che i finti litigi tra politici – molti dei quali esponenti di avvocatura e magistratura -, avvocati e magistrati hanno condotto sia a dividere gli italiani su chi stava da una parte e chi dall’altra, che ad un aumento di potere a favore dei tre schieramenti.
Un’altra delle tante conseguenze è quella degli omicidi di donne: le stesse si espongono maggiormente a pericoli nel momento in cui devono segnalare il maltrattamento pregresso. Proprio per questo, le denunce sono prese poco in considerazione, poiché i magistrati sono più attratti dai casi di furti di manici di scopa usati. Se le denuncianti fossero messe in grado di portare avanti l’azione penale in assenza della magistratura inquirente – in modo che questa possa continuare ad inseguire i manici di scopa rubati -, vi sarebbero maggiori possibilità affinché gli omicidi di genere siano ridotti.
Si potrebbe poi affermare che tribunali e corti sono stati privatizzati a favore dell’avvocatura, attraverso il favoreggiamento o l’associazione esterna della magistratura, portando alla destabilizzazione delle strutture economiche nazionali. È oramai noto che, sebbene l’Italia sia la terza, a livello mondiale, per infrastrutture turistiche e per la qualità dei servizi sanitari, la quarta per la specializzazione in settori di nicchia, la settima per la densità di fisici, la 26a per disponibilità di scienziati ed ingegneri, la 28a per la qualità delle scuole di management, la 35a per la qualità della scuola primaria, si ritrova, però, a competere, al 43° posto, tra Latvia e Kazakistan, grazie al 139° posto, su 140 Paesi, “conquistato” dai nostri azzeccagarbugli e magistrati per “l’efficienza” nel risolvere le cause, al 130° per le difficoltà ad impugnare, tramite legulei ed in sprezzo agli articoli 24 e 113 della Costituzione, decisioni amministrative illegittime, al 91° per i costi di avvio imprenditoriale causati dai notai - i quali altro non sono che un particolare prototipo di avvocato -, all’81° per l’indipendenza dei giudici essendo, questi ultimi, rappresentati da azzeccagarbugli e magistrati piuttosto che da persone competenti ed indipendenti.
Alcuni degli altri effetti derivanti dal presunto obbligo di rappresentanza nei tribunali e nelle corti sono costituiti:
- dalla decadenza di termini brevi per potere presentare una domanda giudiziale, poiché, durante la ricerca e il reperimento di un
avvocato, il tempo passa;
- dal surriscaldamento, da parte degli azzeccagarbugli, di cause con un notevole coinvolgimento di sentimenti personali, quali, ad
esempio, separazioni, divorzi o rapporti di lavoro, con successiva accusa alle parti di essere pure litigiose;
- dalla deviazione delle cause, dal merito della questione da dirimere, alla trattazione degli errori formali e sostanziali commessi
da legulei e magistrati, causando ulteriori procedimenti, sempre con conseguente accusa agli italiani, anche in sedi internazionali,
di essere litigiosi. In realtà è arduo scovare un Paese dove, come in Italia, i cittadini accettino così sommessamente che le aule di
giustizia siano appannaggio di azzeccagarbugli e magistrati;
- dal potenziale assoggettamento dei clienti ad accettare condotte abusive, tramite la minaccia, da parte del causidico, di
rimessione del mandato in fasi delicate, giustificato da una supposta mancata fiducia, sebbene il rapporto di rappresentanza si
basi, invece, su un asserito obbligo;
- dall’incitazione all’uso della forza. La tutela arbitraria delle private ragioni con ricorso alla violenza è punibile SOLO quando si
possa, in alternativa, ricorrere al giudice;
- dall’aggravamento delle voci di spesa nei bilanci di enti pubblici e di aziende, causato da inutili esborsi per asserita consulenza
o rappresentanza;
- dalla prescrizione dei reati e, per effetto, dall’incoraggiamento alla corruzione;
- dall’inosservanza sia dei contratti, che della legge.